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La mattina la passiamo soprattutto dormendo. Subito dopo pranzo scendiamo sull’Arno
- che essendo qui poco più di un torrentello - ci impressiona non poco
pensarlo così imponente bagnare le sponde della nostra Firenze.
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Ritorniamo al camper con l’intenzione di raggiungere il vicino Passo
della Calla. La strada è abbastanza buona ed è caratterizzata
soprattutto per la notevole quantità di fontane e fontanelle ai suoi bordi
da dove sgorga un’acqua limpidissima.
Il parcheggio del Passo è enorme ed è allestito ad area attrezzata
per i camper anche se mancano gli impianti di smaltimento delle acque reflue.
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Un esauriente cartello al lato del parcheggio ci informa che attraverso un sentiero
è possibile ritornare a Stia. Decidiamo di percorrerne
un pezzetto rimandando ad una prossima venuta la discesa completa.
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Riprendiamo il camper e ci dirigiamo a Poppi, non prima di aver
riempito tutte le bottiglie disponibili in camper con l’acqua sgorgante
dalle fontanelle sulla strada.
Arriviamo a Poppi e parcheggiamo in un assolatissimo parcheggio
ai piedi della città, e saliamo al centro storico.
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Arriviamo in Piazza Amerighi dove è situato l'Oratorio della Madonna del Morbo del XVII secolo.
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Riprendiamo la salita ed arriviamo al Castello dei Conti Guidi
che essendo costruito dal medesimo architetto di Palazzo Vecchio
a Firenze si presenta a noi come un piacevole dejavu.
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Acquistiamo il biglietto ed entriamo nel castello. La visita è piacevole
anche se dura un po’ poco per l’imminente chiusura serale
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Rimaniamo un po’ delusi perché nessuno ci ha avvertito al momento
dell’acquisto del biglietto e questo ci è sembrato un tantino scorretto,
soprattutto in considerazione che saremmo potuti ritornare la mattina seguente.
Tornando verso Stia ci fermiamo per fare la spesa e decidiamo
di acquistare della carne per fare l’amato barbecue. Ritorniamo all’area
attrezzata di Stia e… diamo fuoco alle polveri!!.
La cena trascorre piacevolmente e la qualità della carne acquistata oltre
all’atmosfera di particolare rilassatezza ci permettono di godere ancora
una volta di quelle sensazioni che ogni volta ci convincono sempre più
dell’unicità del vivere in plein air.
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