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Ci
alziamo tardino come al solito, tanto che ci chiediamo se far colazione
o aspettare il pranzo, ma l'Alessia, che per niente al mondo rinuncia
al suo cappuccino, opta per la colazione per poi pranzare con un panino
al sacco. In realtà la Cerosa è vicinissima e non ci sarebbe
bisogno di portarsi dietro tutto, ma ormai abbiamo deciso e quindi
ci avviamo pensando che come al solito, a causa dei nostri orari,
troveremo chiuso e passeremo il tempo mangiucchiando nel parco. Dobbiamo
aspettare poco e poi entriamo.
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La
Certosa è già bellissima vista da fuori, non vediamo l'ora
di visitarla. All'interno troviamo un gruppetto che si è riunito intorno
ad un frate che ci dà alcune informazioni sulla Certosa, le
opere che vi sono custodite e la vita dei frati.
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Quando
ci spiega che il nome Certosa deriva dal nome francese Chartreuse,
la certosa che si trova vicino a Grenoble, ci mangiamo le mani,
perché l'estate scorsa eravamo a Grenoble e non siamo andati
a vederla nonostante ne conoscessimo l'esistenza !! All'interno si
trovano degli oggetti veramente meravigliosi, ad esempio un altare
di gemme incastonate, un coro di legno intarsiato e un trittico in
avorio che rappresenta la Bibbia, oggetti che oggi sarebbe impensabile
fare, sia per il tempo e la maestria occorrenti, sia per il materiale
(soprattutto l'avorio!).
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Ci
sono anche i monumenti funebri delle persone che hanno fatto in modo
che la Certosa fosse la più bella nel suo genere, soprattutto
Galeazzo Visconti.
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Passiamo
a visitare l'interno ed entriamo nel piccolo (si fa per dire) chiostro
e nel refettorio. Vediamo un bel lavatoio (si dice così?) adornato
da figure che sembrano di legno, ma che invece sono di cotto!
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Passiamo
poi nel chiostro grande (questo veramente grande) e visitiamo una
delle celle che erano abitate dai certosini. Il frate che ci accompagna
(un cistercense) ci parla di come era organizzata la loro vita e le
regole che dovevano seguire (obbligo del silenzio, lavoro, un solo
pasto al giorno e penitenze) e non ci stupiamo che ne siano rimasti
solo due in Italia!
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Finita
il giro diamo la nostra offerta al frate e decidiamo di rimanere ancora
qualche momento per goderci con calma le bellezze della Certosa
e fare qualche foto. Usciamo facendo una capatina nel negozietto in
cui i frati vendono tisane e liquori. Dato che è abbastanza presto
e il tempo è bello, decidiamo di metterci in moto e di andare a visitare
l'Oltrepò e le sue vigne. Decidiamo come meta Romagnese,
perché abbiamo letto che c'è un'area di sosta in un prato e si può
fare il barbecue (il passatempo preferito da Lorenzo). Facciamo calcolare
la rotta al nostro super GPS e seguiamo la strada che ci indica, anche
se ci viene il dubbio che la strada che ci sta facendo percorrere
sia più adatta a un'auto che ad un camper….ma il nostro pilota Lorenzo
non si fa certo spaventare da una stradina più stretta, ed il viaggio
prosegue tranquillamente. Vediamo delle belle colline in cui in effetti
si notano tanti vigneti, e dalle segnalazioni ci rendiamo conto che
stiamo attraversando la zona di produzione di vari vini d.o.c. dell'Oltrepò
Pavese. Durante il tragitto facciamo una sosta per assistere alle
prove del Gran Premio del Brasile. Ci fermiamo alle 17.40 perché
le prove iniziano alle 18.00….. No !!!!!! Alle 17.00 !!!! Ci perdiamo
quaranta minuti di prove !!!
Arriviamo al paesino troviamo l'area ed è veramente bella: situata
in un prato con staccionate di legno che suddividono le piazzole,
viene completata dalla presenza dello scarico delle acque reflue.
Peccato che manca l'acqua! Il posto però ci piace moltissimo e decidiamo
di rimanere.
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A
cena ci rechiamo alla ricerca di un posto in cui assaggiare qualche
specialità locale, ma il ristorante che ci consigliano non ne ha,
e quindi ci godiamo una bella pizza (non dopo pochi rimorsi per la
nostra dieta).
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